Libera Professione Legge 4/2013. Professione Disciplinata ai sensi della leg. 14 gennaio 2013 n. 4 (G.U. 26 gennaio 2013, n. 22)
Quando ci si approccia alla pranoterapia si omette spesso di considerare il suo utilizzo sugli animali.
In realtà, come per qualsiasi essere vivente dotato di energia pranica, compresi alberi e piante, la sua efficacia è stata sperimentata e, il binomio “pranoterapia e animali” risulta estremamente valido.
La Pranoterapia sugli animali ha un effetto immediato ed estremamente efficace, questo perché l’animale è privo di barriere mentali e l’assorbimento dell’energia pranica non trova ostacoli al suo passaggio, come spesso accade con un trattamento sull’essere umano.
L’intelletto dell’animale è immediato, istintivo e molto più semplice: questo è valido altresì per il suo corpo eterico, indubbiamente meno sviluppato e più accessibile all’energia del pranoterapeuta.
La pranoterapia è estremamente efficace nel lenire il dolori e patologie infiammatorie, e questo comporta chiaramente una diminuzione nell’uso di farmaci antidolorifici.
Prima d’iniziare qualsivoglia seduta si deve conoscere il peso dell’animale. Il tempo necessario di applicazione pranoterapica per un gattino di qualche chilo non sarà uguale a quella di un cavallo dal peso di oltre 400 chili.
È importante che, insieme a me, ci sia il suo padrone che lo tranquillizzerà e mi informerà preventivamente del suo carattere. L’animale non parla, non conosce il pranoterapeuta e, in certi casi, potrebbe essere poco collaborativo se non mordace.
L’ambiente gioca un ruolo importante per tranquillizzare gli animali ma il ruolo principale per calmarli, oltre alla presenza del padrone, spetta al pranoterapeuta che, grazie al suo fluido magnetico, farà in modo di rilassarli completamente, e inizierà a trasmettere tale energia pranica a distanza per poi avvicinarsi poco alla volta fino a toccarlo.
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