Negli ultimi anni
accanto alla medicina tradizionale si è fatto spazio la medicina olistica, in particolare una serie di discipline olistiche che mirano al benessere fisico e psichico di una persona senza l’utilizzo di un medicinale.
Non si tratta di una cura medica o di scegliere una branca di medicina alternativa, ma di puntare ad una terapia che spinge all’auto guarigione: un processo che tutti quanti noi abbiamo già ma che a volte viene compromesso per un motivo o per un altro.
Per poter capire la differenza tra le varie discipline olistiche è importante mettere in chiaro un concetto: nessuna di loro è una valida sostituta alla medicina tradizionale, chi pratica queste discipline non può prescrivere farmaci, fornire diagnosi o cambiare le terapie mediche che sono state fornite da medici specialistici.
Parliamo di
due discipline olistiche molto similari e che spesso vengono confuse
ma che in realtà presentano delle differenze esistenziali, parliamo di
reiki e pranoterapia sempre più popolari e sempre più utilizzate per raggiungere il proprio benessere mentale e fisico.
PRANOTERAPIA E REIKI, QUALI SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE?
Si tratta di due terapie, seppur simili,
molto differenti.
Punti in comune:
- Sia la pranoterapia che il reiki sono discipline olistiche che puntano al miglioramento dell’energia vitale di un individuo.
- Entrambe prevedono una serie di tecniche da svolgere con le mani per poter raggiungere l’equilibrio vitale.
- Entrambe le tecniche permettono perciò di ristabilire questa energia e si pongono come obiettivo quello di permettere alla persona che sceglie una o l’altra disciplina di ritrovare il suo benessere fisico e mentale spingendo il corpo verso l’auto guarigione.
Le principali differenze:
- La pranoterapia può essere applicata
solo sugli altri e non su sé stessi,
- Il reiki si pratica sia su sé stessi che sugli altri.
- Il pranoterapeuta è considerato una persona di livello superiore dal momento che
dispone di un’enorme quantità di energia vitale che può mettere a disposizione degli altri. Di fatti la
pranoterapia si pratica su altre persone e animali; quindi, il pranoterapeuta si occupa di ristabilire l’energia vitale di una persona, di sbloccare eventuali blocchi energetici, di fornire parte della sua energia all’altro quando ne è carente.
- Il Pranoterapeuta utilizza varie tecniche che prevedono l’utilizzo delle mani del pranoterapeuta come mezzo di trasmissione dell’energia. Per apprendere le tecniche vi sono corsi specifici che riguardano questa terapia e che sono
accessibili solo a chi supera il test di ammissione per diventare pranoterapeuta.
- Il reiki è anch’essa una disciplina olistica e viene appresa attraverso dei corsi specifici. Tali corsi sono molto brevi, spesso vengono svolti durante i week end e sono aperti a tutti. Tutti infatti possono apprendere il reiki e praticarlo.
- Il reiki permette di sbloccare energia, accrescere la propria energia e riequilibrarla quando è carente o non sufficiente. Per farlo la persona che pratica reiki prende l’energia vitale da ciò che lo circonda, ad esempio la natura e il cosmo e la canalizza dentro di sé. È perciò una tecnica che può essere utilizzata sia per dare beneficio agli altri che a sé stessi.
- Il pranoterapeuta prende la sua energia e la dona all’altro individuo.
- Chi pratica reiki prende energia dagli elementi, dalla natura e dal cosmo per immetterla dentro di sé.
- Si può diventare operatore reiki, ma non si può diventare un pranoterapeuta i corsi infatti sono accessibili solo a chi ha ricevuto il dono di nascere con un’energia vitale superiore agli standard.
- L’operatore Reiki può scegliere di utilizzare una delle due mani per poter praticare la pratica o entrambe.
- Quando si è pranoterapeuti invece si utilizza la mano destra come mano radiante e la mano sinistra come mano assorbente. La mano assorbente serve a liberare l’individuo dalle energie nocive e tossiche.
- Il pranoterapeuta può eseguire una sessione per volta e ha bisogno di tempo per ricaricare la propria energia e liberarsi dell’energia negativa assorbita dal cliente.
- L’operatore reiki al termine di una sessione si sente ancora più vivo di prima e può praticarle una dopo l’altra senza avvertire stanchezza.